Anno I del Quinto Ciclo di Eilean – I Convocazione: Il Risveglio

Il richiamo dell’Obelisco ha risuonato nel Multiverso, attivato dal Mistico Medaglione dell’Araldo degli Antichi. Il Ponte tra i Mondi è stato ripristinato ed Eilean attende gli Eroi convocati per ricominciare un nuovo Ciclo nel segno dei Valori Primevi degli Ordini

Vecchi e nuovi convocati aprono i loro occhi meravigliati dinanzi all’Obelisco, a Yves e al Varelsen dell’ultima Proclamazione del IV Ciclo: Erwin Degenhard da Vecchio Mondo, del decaduto Ordine del Mirto. Parole di conforto le sue, ma anche un ammonimento. Modificare la loro condotta verso tutto ciò che riguarda Eilean e il Multiverso, avrebbe di sicuro generato un miglioramento. Era stato a causa delle scelte dei convocati che la Palingenesi si era attivata. Il loro rapporto col Caosaveva causato la potatura degli Ordini Primevi. Cambiare rotta sarebbe stato, è, e sarà l’unico modo per non ricadere nello stesso errore. Ma affinché tutto potesse ricominciare come da rito, c’era bisogno del Risveglio degli Stendardi dell’Ordine.
Prima che ciò avvenisse, fanno la loro comparsa gli Aspetti degli Ordini, ovvero coloro i quali rispecchiano i Cardini di ciascun Ordine.
Per l’Ordine dell’Ebano Cesare Borgia, il Potere e lo Scrittore, la Memoria.
Per l’Ordine della Mandragora Belisario Callia, l’Energia e Jack, il Misticismo.
Per l’Ordine del Rovo Pandora, l’Innovazione e Rafiq Dajabèl, l’Ambizione.
Essi si sono palesati dinanzi all’Obelisco e una volta giunti nei campi degli Ordini si sono presentati ai Convocati.
Dopo le presentazioni, una volta riunitisi sotto i propri padiglioni e nei loro accampamenti e dopo aver concordato le Cariche di Campo, gli Ordini si sono confrontati con la prima disfida del Nuovo Ciclo decretando quindi l’inizio di ogni cosa.
Alla fine della lunga battaglia l’Ebano, grazie alle tattiche dello Stratega Grak’har delle Terre di Mordak coadiuvate da tutti i guerrieri dell’Ordine, vince la Battaglia degli Stendardi conquistando il primo Archeios del V Ciclo di Eilean. Con questa disfida Rituale, gli Stendardi vengono destati e i Superni richiamati.

Un lampo di luce investe l’Obelisco, allorché era stato caricato delle energie del Risveglio degli Stendardi. Tre nuove figure appaiono calcando il suolo di Eilean, figure spaesate e in cerca di risposte. I ricordi del passato che si fondono con la coscienza del presente, inducono i tre a comprendere benissimo dove sono e dove collocarsi. È così che l’Ordine del Rovo conosce il Dottor A. Trice dall’Immortale Principato dell’Ustalav, La Nazione che Fu, Regno del Mondo di Golarion. L’Ordine dell’Ebano incontra Sua Maestà Titania, Regina Guerriera delle fate, Signora delle Corti di Primavera, Estate, Autunno e Inverno, Sovrana del Regno di Fey’Hel. L’Ordine della Mandragora si imbatte in Aradaur delle Sabbie, Guida degli sconfitti nella rivolta della Sete Ardente, proveniente da Athas, Mondo del Sole Oscuro.

Fu durante i momenti in cui la luce degli Astri di Yggdrasil viene meno, che gli Ordini compresero l’inganno del Caos. La tavoletta con le iscrizioni ritrovate durante l’ultima Proclamazione, mancava di un solo pezzo. A guidare i convocati verso una trappola congegnata ad arte due cicli fa, è una fanciulla disperata in cerca del suo amore. Ginevra di Camelot, la decaduta Regina del più potente Regno magico della Terra. Dopo essere stata liberata dalla sua prigione di pietra, conduce i convocati verso una cripta nell’oscurità dei boschi di Eilean, custodita da mostruose statue. Nello stupore generale, i convocati trovarono in quel luovo una fanciulla distesa su un giaciglio. Ginevra la chiamava “amore” e chi era con lei, giura che l’avesse chiamata Lancillotto. Però le sue fattezze erano femminili, e dormiente ella era, e incatenata. Le catene tenevano chiuso anche uno scrigno che i maghi accorsi intuirono essere colmo di cose preziose per loro stessi e l’Ordine. Dovevano recuperarlo. Serviva una chiave e la chiave venne trovata. Non appena gli eroi ebbero trovato la chiave, le statue mostruose all’ingresso presero vita, andando verso gli accampamenti degli Ordini e generando allarme. Intanto, nella cripta, la fanciulla risvegliata chiede aiuto. Il mantello che la copre, fatto di oro purissimo, pesa troppo per le sue spalle e tre convocate si decidono ad aiutarla a trasportare quel mantello per lei. Lamia dell’Ordine della Mandragora, Alys Kest Saqhon dell’Ordine del Rovo e Ma’hel dell’Ordine dell’Ebano che non appena prendono il mantello, lo vedono: l’abisso infernale. Il peso dei peccati, il dolore senza fine, la sofferenza eterna. Tutto quell’orrore sulle loro spalle. Il marchio dell’inferno viene apposto su di loro e quelle immagini cominciano a tormentarle. Accompagnano Andromeda, così si chiama la fanciulla destata, nel campo degli Ordini poichè ella confida loro di poter abbattere le Bestie che sono uscite dalla Cripta. Lo fa rivelando se stessa. Ella altro non è che Andromeda Cortesi, colei che fu Superno dell’Amaranto durante il secondo ciclo di Eilean, poi divenuta braccio destro del Generale del Caos di allora. Nello sgomento, anche Ginevra di Camelot si desta dal torpore di quella dominazione che la induceva a credere che Andromeda fosse in realtà l’amato Lancillotto e, sconquassata dal dolore chiede all’Obelisco di essere portata via, ad Avalon come la storia ci dice. Ma chi l’aveva dominata? E per quale motivo?

Tutto viene svelato durante il Ballo delle Maschere!
Jareth, il Re dei Goblin di Labyrinth, appare nella piana dell’Obelisco, insieme ad Andromeda e a una moltitudine di Goblin. Afferra Gmork di Fantasia, che urla ai Convocati la sua disperazione. Jarethlo fa accasciare al suolo pronunciando parole di bandimento. Il corpo di Gmork, è senza vita.  Tra lo sgomento generale, Jareth comanda ad Andromeda di dare agli eroi l’assaggio di quello che è davvero il Caos. La battaglia è cruenta e i Goblin non si arrestano. Jareth mostra tutta la sua tracotanza, così come Andromeda non si piega davanti ai sensi di colpa che i Convocati vogliono infliggerle a causa del dolore con il quale ha castigato Lamia, Ma’hel e Thalessa. Gli Ordini serrano i ranghi, ma i Goblin sono troppi e, dopo una feroce battaglia, le lame vengono riposte, poiché a Jareth non interessava fare prigionieri, quanto mostrare se stesso.

Quella notte le Falci del Caos giungono affamate. In cerca degli scrigni più ricchi, non troveranno nulla poiché i convocati riescono a tenerle a bada anche se con tremendo tormento. Così come la battaglia continua al Laboratorio Alchemico e alla Forgia delle Anime, che il giorno dopo sarà artefice del destino dei Convocati.

Col giungere delle nuove luci che Eilean si risveglia. L’Agone deve andare avanti; inattesa, giunge una speranza per la maledizione delle Portatrici del Marchio di Andromeda. Beatrice Portinari, Musa del Sommo Poeta, guida dei Paradisi. Ella dà alle tre una speranza, che viene subito attuata e prima della fine della Convocazione, il Marchio è tolto, ma i tremendi ricordi segneranno per sempre le convocate. Intanto l’Ordine della Mandragora, in assenza del Superno, escogita un piano per portare una vittoria alla Mandragora fuori dalle Disfide. Con le conoscenze arcane da essi acquisite, provano a forgiare un Archeios, ma qualcosa va storto. Un potente raggio di energia squarcia il velo di protezione di Eilean raggiungendo uno dei mondi dei Rami di Yggdrasil, e disintegra quasi 18 miliardi di esistenze. La risonanza di tale esperimento micidiale trova le sue tracce in come la Forgia appariva adesso ai convocati del Rovo guidati da Sashani che, nello sgomento più totale e interrogando lo spirito della Forgia delle Anime vedono ciò che è accaduto. Scoprono che i convocati dell’Ordine del Desiderio guidati da Arcamundi, Primo Arcanista della Mandragora,  sono stati gli artefici di tale sfacelo. Naturalmente, non v’era questa consapevolezza nei loro cuori nel momento in cui hanno tentato la forgiatura dell’Archeios, essi erano solo guidati dalla volontà di far prosperare il proprio Superno. Eppure, a causa loro molte vite si sono estinte. Ne scoppia un caso diplomatico, etico e morale. Gli altri ordini bussano alle porte dell’Ordine della Mandragora chiedendo giustizia. Interviene qui Aradaur delle Sabbie, decretando quanto segue: era stato solo grazie al bracciale che Arcamundi possedeva e che aveva deviato il flusso d’energia all’esterno di Eilean, se non v’erano stati disastri ulteriori poichè se non fosse stato così, se il Bracciale non si fosse “sacrificato”, probabilmente il V ciclo sarebbe stato il più corto della storia dei cicli di Yggdrasil. La polemica si placa, almeno così sembra, ma qualcos’altro arriva a interrompre l’apparente calma. Yves, Araldo degli Antichi, chiama l’ultima retribuzione eche qualcosa scuote Eilean stessa, qualcosa che sembra battere con forza sulla barriera. Coadiuvato dal potere del Medaglione, e con la forza dei Superni e degli Aspetti, Yves riesce a chiudere l’Agone riportando tutti alle proprie case.

Il primo capitolo del nuovo ciclo si conclude così:
All’Ordine del Rovo 2 Archeios
All’Ordine dell’Ebano 1 Archeios

All’Ordine della Mandragora 1 Archeios


Sotto oscuri auspici e tremende rivelazioni si conclude il tempo del Risveglio, che sembra in effetti aver risvegliato molto più di quanto i Convocati stessi si aspettavano.

Writing by Marica Russo
Editing by Vincenzo Romano

Anno II del Quarto Ciclo – VIII Convocazione: La Proclamazione


Eilean è tornata al centro dell’Albero dei Mondi, il posto che le spetta, mentre Morfeo, grazie al tempestivo apporto degli Eroi dei mondi sfiorati da I Rami di Yggdrasil, è stato incatenato al suo trono e non potrà più interferire con l’Equilibrio del Multiverso, anche se non ha perso il suo titolo di Dio del Sonno.
Durante l’Ascensione, l’Ordine dell’Amaranto ha mantenuto i suoi 18 Archeios, l’Ordine del Mirto ne ha mantenuti 17 con uno da retribuire, l’Ordine della Ninfea ne ha mantenuti 11 con due da retribuire.
Ogni cosa sembra sia essere tornata al suo posto, ma l’Agone è compromessa a causa delle interferenze causate dall’Ordine del Caos sul grande Obelisco. Questo è sempre stato usato dagli Antichi  come strumento armonico dove ogni cosa può convivere, anche e soprattutto Ordine e Caos. Naturalmente l’Obelisco non ha misteri per gli Antichi e una delle conoscenze più diffuse che esso come entità a sé stante elargisce a chi la chiede, è il suo infallibile sistema di autoregolazione e stabilità: che trova espressione nella capacità di mutare all’occorrenza. A causa delle interferenze di Re Cornelius a partire da quando egli ha intaccato il Multiverso introducendo una dinamica corrotta, ovvero quella dell’Ordine del Caos, l’Obelisco ha cominciato il processo di riscrittura delle regole di Eilean. Quando gli Eroi degli Ordini sono stati convocati per questa Proclamazione hanno scoperto cosa sarebbe accaduto. A prescindere dal fatto che l’equilibrio tra Ordine e Caos non sarebbero mutati, alla fine di questa convocazione il ponte tra i Mondi sarebbe stato chiuso affinché nuovi Ordini fossero preordinati: la Palingenesi, ovvero una Potatura, era in atto, cancellando Mirto, Ninfea ed Amaranto. 

Il processo è stato inevitabile e ineluttabile e i Superni chiarirono ai convocati che, se Cornelius fosse riuscito ad “infettare” con il caos i loro mondi, la Palingenesi (Potatura) in risposta sarebbe stata talmente drastica da chiudere il ciclo resettando TUTTI gli attutimenti spirituali. Questo avrebbe causato la scomparsa di ogni potere acquisito su Eilean fino a quel momento. L’Agone comunque doveva andare avanti. I Convocati non sono stati lasciati soli in questo processo: l’Esecutore, ovvero l’entità preposta a fare chiarezza nel cambio del ciclo, avrebbe camminato su Eilean. La sua funzione è stata innanzitutto quella di assicurarsi che gli attuali convocati potessero effettivamente passare al prossimo ciclo. Si sarebbe assicurato inoltre che l’attività di armonizzazione delle nuove materie con i tre ordini fosse coerente, ponendo opportune domande ai convocati che se ne stanno occupando. Inaspettatamente, mentre tutto ciò accadeva, pezzi di una strana stele cominciarono a cadere dal cielo. Ogni pezzo combaciava alla perfezione con quello precedente. Su ognuno dei frammenti erano scritte frasi in una lingua e una scrittura mai viste su Eilean., Molti studiosi tentarono di tradurla, con scarsi risultati, e mentre la giornata volgeva al termine, gli Eroi decisero di mettere da parte la Stele dedicarvisi con più energie il giorno dopo: ciò che fu appurato per certo era la mancanza di un ulteriore pezzo della stele!
Il Caos però aveva il compito di invadere il Multiverso e, come predetto dai Superni, Re Cornelius giunse con le sue orde di Figli del Calderone, insieme a Gmork, Stregatto, Madame Disperia e alla sua Marionetta, a minare gli Equilibri di Yggdrasil. Il poderoso attacco venne sferrato di notte verso l’Obelisco, che stava cedendo ai colpi delle forze del Caos, facendoli passare attraverso una barriera in direzione di un mondo sconosciuto, ma ricco di vita, quando la forza degli Eroi degli Ordini decretò la loro sconfitta. Per il mondo sotto attacco, di cui non si seppe il nome, nè altro, non ci fu molto da fare. Con questa consapevolezza nel cuore e nella mente, gli Ordini si volsero all’Alba che li avrebbe condotti a Morva, le paludi delle streghe di Prydain, per onorare il patto stipulato un anno prima. Fu il superno del Mirto ad usare la Sfera di Eilonwy per collegare Eilean a Prydain e accompagnare gli Eroi. Essi, giunti sul regno di provenienza di Re Cornelius, furono accolti dall’ombra del Superno del Caos e dai suoi non morti. Una prova ulteriore data ai Convocati da parte delle Streghe che così facendo volevano assicurarsi l’effettiva loro lealtà che invero fu onorata. Eppure Berta, Delia e Mirna (questi i nomi delle tre) non ricordando correttamente i termini del patto stretto con il Capitano Blake dell’Ordine dell’Amaranto, fornirono l’informazione richiesta a tutti coloro che erano presenti. Il vero nome di Re Cornelius era Maefan Xevra. 

Le Streghe rivelarono anche il modo per pronunciare il nome in maniera efficace. Per prima cosa era necessario attirare Re Cornelius e i suoi figli del Calderone. Quindi bisognava lasciarlo giungere in prossimità dell’Obelisco. Infine scrivere un poema in rima capace di convogliare le energie per dare potere alla magia del vero nome di annientare per sempre re Cornelius. Inoltre le tre Streghe, percependo la presenza della sfera di Eilonwy, la chiesero in cambio della traduzione dell’alfabeto della Stele caduta dal cielo su Eilean. Gli Eroi decisero quindi di consegnare, oltre al Globo del Dormiente di Oneiros, anche la Sfera. Per ripristinare però l’errore del ricordo, Delia decise di dare a Blake un ultimo dono di condanna e supremazia su tutti gli altri: sarebbe stata solo la sua voce ad attivare la magia del vero Nome pertanto a lui era stato dato il compito di mettere fine al regno del Superno del Caos. Tornati su Eilean, coloro che avevano profuso le energie per la traduzione della Stele lessero di un’antica Superno dell’Amaranto: Andromeda Cortesi, il cui ruolo resta tutt’oggi ignoto. Mancava ancora l’ultimo pezzo di Stele… ai Convocati fu dato il compito di ritrovarlo. E mentre tutto ciò avveniva, l’Ultima Battaglia ebbe inizio, decretando l’abbandono per negligenza da parte dell’Ordine dell’Amaranto e la vittoria dell’Ordine del Mirto. L’ultima Retribuzione diede adito però all’Ordine della Ninfea di vendicarsi dell’Amaranto e di coloro che avevano tradito Guerka per stringere un patto con i Convocati di Azrael. La traditrice, Lamia, è tutt’ora colei che viene ricordata con disprezzo in tutta la storia dell’Ordine. Ancora non era giunta la fine della Convocazione e grazie all’opera dell’Esecutore, gli Eroi avevano tutti gli elementi per convocare di già i nuovi Superni dei futuri Ordini i cui valori primordiali primari erano Dominio, Evoluzione e Desiderio. A ciascuno furono scelti e affiancati altri Valori secondari e tramite questi si celebrò il rito di Convocazione Suprema.
Al futuro Ordine dell’Ebano il cui valore primario è Dominio, furono affiancati Potere e Memoria. Al futuro Ordine del Rovo il cui valore primario è Evoluzione, furono affiancati Innovazione e Ambizione. Al futuro Ordine della Mandragora il cui valore primario è il Desiderio, furono affiancati Energia e Misticismo. Ma questo a Re Cornelius non era per nulla piaciuto, tanto che attaccò i Convocati quando erano tutti riuniti prima dell’ultima Retribuzione, dando però tempo all’Eroe Blake di declamare il poema che avrebbe liberato la magia del vero Nome. Non appena fu pronunciato il nome Maefan Xevra, Re Cornelius si disgregò, e con lui tutti i Figli del Calderone. Eppure non era ancora finita: la Pentola Magica non aveva perso il suo potere malefico e come detto dalla Streghe di Morva, per distruggerla definitivamente sarebbe servito il sacrificio di vita e dimenticanza (?) di qualcuno. Occorreva che un Eroe si offrisse spontaneamente per abbatterla per sempre. Fu Nimue di Land of Ancient a decidere di sacrificarsi. Grazie a lei, e al suo immenso coraggio e amore, la Pentola Magica fu distrutta definitivamente. Nelle stelle è scritto il suo nome, anche se nel Multiverso mai sapranno che grazie a quell’anima pura sono stati tutti salvati. Yves proclamò l’ultima Retribuzione e con 21 Archeios per il Mirto, 20 per l’Amaranto e 13 per la Ninfea si decretò la vittoria dell’Ordine del Mirto con l’incoronazione a Varelsen di Erwin Degenhard da Vecchio Mondo, ultimo Varelsen del IV ciclo di Eilean. 

Sebbene i festeggiamenti fossero iniziati, apparve improvvisamente una ciurma di pirati capitanati da Giacomo Uncino, capitano della Jolly Roger, il più famigerato e pericoloso pirata del Multiverso che, interrompendo i festeggiamenti si rivolse a Gmork che già sghignazzava in un angolo per il suo futuro dominio del Caos, dicendogli che il Dormiente s’era liberato e stava giungendo su Eilean per vendicarsi di quello che gli avevano fatto. 

Termina così il IV ciclo della battaglia tra Ordine e Caos, con oscuri presagi e nuove informazioni che avrebbero perpetuato il loro corso nel futuro V ciclo di Eilean.

Writing by Marica Russo
Editing by Vincenzo Romano

Anno II del Quarto Ciclo – VII Convocazione: Ascensione

Gli Eroi, riconvocati dall’Obelisco e dai propri Superni, sono tornati su una strana Eilean dove ad attenderli hanno trovato Erwin, Azrael ma anche Guerka. Invero l’ultima Agone era però rimasta inconclusa a causa della permanenza dei Superni su Oneiran.
Tutto come nei piani di Morfeo, che agognava i sogni e gli incubi dei convocati, ma più di tutto agognava quelli dei Superni. Solo così infatti avrebbe potuto acquisire sufficiente energia per attuare la seconda parte del suo piano, ovvero violare le difese dell’obelisco e accedere alla portante dell’Ascensione, una colonna spirituale di potere che collega – in qualche modo misterioso – l’obelisco agli Antichi.

Per fare ciò, sfruttando la potenza dei Superni e di Gmork, che all’insaputa dei Convocati aveva rinchiuso in gabbie oniriche fatte di incubi che si alimentavano dandogli energia, aveva violato l’Obelisco operando affinché perpetuasse un’eterna Agone, il cui finale portava sempre alla stessa conclusione ovvero alla vittoria dell’unico Varelsen che Eilean aveva conosciuto durante il IV ciclo: Azrael. L’eterna Agone, immenso inganno di Morfeo, aveva previsto tre Superni fasulli che erano stati messi, insieme a un falso Yves, come specchietti per le allodole, mentre Morfeo combatteva la sua battaglia personale succhiando energia da Erwin, Guerka, Azrael e Gmork. Ma cos’era accaduto? Poco dopo il ritorno dei convocati nei loro mondi durante la VI convocazione, Morfeo ha mandato contro Gmork, Azrael ed Erwin eserciti di incubi, sciamati da portali siti sul confine tra i due mondi. Mentre questi combattevano, il Dio del Sonno si occupava dell’Obelisco, già indebolito dalla violazione di Re Cornelius, profandandolo. Il dio del sonno  ha convertito un’unità di misura di tempo contenuta nella procedura di Convocazione. Il countdown era passato da 45 giorni a 45 anni. Non potendo inoltre impedire la Convocazione stessa, ha inserito nelle trame arcane della procedura una funzione di benvenuto, ribattezzata “Sequenza Paradosso”, la quale avrebbe catapultato tutti i condottieri che hanno risposto alla Convocazione in una “simulazione” standard ineccepibile. In un secondo momento, però, Erwin, Azrael, Gmork e lo Spirito della Ninfea, che intanto era rimasto al sicuro nell’Obelisco stesso, sono nuovamente riusciti ad accedere alla sua trama arcana e, servendosi del ciondolo che il superno del Mirto aveva sottratto al lupo di Fantàsia, hanno corrotto la sequenza di Morfeo. Ed è stato da quando questa nuova Convocazione ha avuto inizio che una figura ammantata di nero si aggirava tra gli Eroi cercando di comunicare con loro. Egli si rivelò essere, alla fine del giorno, quando aveva acquisito più potere, l’Intercessore, semidio di Spira, convocato e programmato per attivarsi proprio al momento della Convocazione e per svolgere la duplice funzione di distruttore della sequenza e usciere per i Superni e Gmork. La prima ad essere smascherata è stata proprio Guerka, che avrebbe avuto il compito più arduo: quello di spiegare ai Convocati cosa stava succedendo. Gli Eroi della Ninfea, dopo una missione estenuante nell’incubo del proprio Superno, riescono a salvarla. Ella, carica della sua consapevolezza e dell’odio verso le macchinazioni di Morfeo, uccide il falso Yves, rompendo il grande incubo chiamato “Sequenza Paradosso”. Tutto ciò che era stato creato per illudere i Convocati, si sbriciolò e impazzì e alla luce della verità tutti seppero cos’era accaduto e quali erano le mire di Morfeo.

La notte e il giorno successivi trascorsero con la consapevolezza per i Convocati di avere a che fare con i capricci di un Dio e di volerli a tutti i costi scardinare: così, mossi da desiderio di rivalsa, idee innovative e dominio dei sentimenti, riuscirono a salvare Azrael, Erwin e infine anche Gmork di Fantàsia. I Superni, così come Gmork, provati dalla lunga agonia della prigionia durata 45 anni, erano inevitabilmente mutati. Azrael aveva perduto le sue sembianze demoniache, avvicinandosi di più alle sue angeliche origini, Erwin aveva mutato i Valori che lo costituivano da Conoscenza, giustizia, unità, armonia e verità con Conoscenza, giustizia, unità PROTEZIONE E RETTITUDINE. Guerka era riuscita grazie anche allo splendido intervento dei Convocati del suo Ordine a diventare Eone Supremo, quindi guerriera completa. Infine Gmork aveva acquisito la consapevolezza di essere soggetto alla schiavitù, padrone soltanto di manovrare le sue stesse catene. Combattendo però contro le ultime difese della finta Agone messa in piedi da Morfeo, gli Eroi avevano abbattuto schiere di incubi che avevano rilasciato una strana sostanza, la Stilla di Oneiros. Fu Gmork a spiegare ai Convocati cosa fosse: erano i legamenti che tenevano Morfeo al suo Mondo, qualcosa che aveva lasciato per perpetuare il suo obiettivo, ma sarebbero stati gli anelli che avrebbero costituito, una volta forgiata, la catena che avrebbe tenuto per sempre ancorato Morfeo al suo Trono Onirico. E mentre alcuni Eroi aiutavano a decifrare le coordinate ricevute durante la VI convocazione, altri si muovevano verso la forgia delle Anime a forgiare appunto la catena di Morfeo. Una volta fatti gli ultimi passi per avere tutto il necessario per il rituale di incarcerazione di Morfeo, scelti i Cardini (ovvero coloro che avrebbero pronunciato le coordinate e guidato il rituale verso un punto preciso del Multiverso) e i Navigatori (ovvero coloro che avrebbero invocato le coordinate e con la Triade dell’Ordine) lì con loro gli Eroi cominciarono la liturgia che avrebbe richiamato Morfeo e tutti i suoi incubi dal luogo della battaglia per ottenere il titolo di Antico; e così fu. Furente, il Dio si abbattè con tutte le sue schiere sui Convocati che avevano portato a termine il rituale. Durante la battaglia i mondi cominciarono a scollarsi. Nell’attacco finale, capitanato dai tre Superni, Morfeo venne costretto a terra mentre Drina, convocata della Ninfea, Portatrice della Catena, mise il giogo al Dio del Sonno incatenandolo per sempre a Oneiros.

Eilean tornò al suo posto nel cuore dell’Albero dei Mondi, e l’Obelisco tornò a funzionare come aveva sempre fatto, mentre nello sconcerto generale dell’incredulità di cosa avevano vissuto, gli Eroi seppero dai propri Superni che ormai l’Agone era del tutto compromessa, ma non per questo Yggdrasil sarebbe giunta al collasso in quanto i meccanismi che regolano il Multiverso si stavano già mettendo all’opera per dare a Eilean e a Yggdrasil stesso la continuità per la lotta contro il Caos. Con queste certezze, e molte altre domande, gli eroi dei tre Ordini lasciarono Eilean per tornare ai propri mondi, non prima di aver avuto la promessa da parte di Yves, l’Araldo degli Antichi, di poter retribuire gli Archeios guadagnati durante le prime ore dell’ultima battaglia dell’anno Universale, ovvero la Proclamazione del nuovo Varelsen.

editing by Vincenzo Romano

Anno II del Quarto Ciclo – VI Convocazione: Rotta su Oneiros

Alla prima nebulosa dopo la cintura di Orione, celate alla vista di Sirio. Al volgere del mattino sorge l’Abisso: il mio trono si erge alla sue spalle.

Queste le parole che permisero a Morfeo, Dio del Sonno e Signore di Oneiros, di ingannare gli Eroi di Eilean e continuare nel suo piano di acquisizione di un potere che sarebbe culminato con il tentativo di Ascensione al Trono degli Antichi.
Egli era attratto dall’idea di poter assorbire più potere attraverso i sogni e gli incubi degli Eroi provenienti dai mondi sfiorati dai Rami di Yggdrasil, pertanto, facendo appello ad un antico incantesimo, chiese di ospitare l’Agone su Oneiros, sovrapponendo quindi i due mondi grazie alla complicità di uno dei convocati della Ninfea che, a sua insaputa, divenne tramite di questo potente e antico rituale. L’eccentricità di Morfeo, che si palesò sotto forma di inganno, si convogliò nel suo voler dare ospitalità, portando letteralmente Oneiros su Eilean. L’intento di Morfeo era quello di guadagnare potere estendendo il proprio dominio non solo sui dormienti, ma anche su coloro che da svegli vivono i loro sogni o incubi. Questo processo però, non essendo naturale per le leggi e gli equilibri di Yggdrasil, vide aggravarsi una situazione già pesante per l’Agone stessa e gli Eroi si trovarono catapultati in una situazione rara, di cui pochi avevano memoria. Una delle prime vittime dell’Inganno di Morfeo fu proprio Guerka che, vedendo materializzarsi l’oggetto del proprio sogno, ovvero la sorella Tasha, chiese all’Obelisco un permesso momentaneo: tale lasciapassare le avrebbe concesso di essere completa, diventando per la Ninfea la giusta guida che fino a quel momento non era stata. Il congedo che le venne accordato, le fu concesso solo perché lo Spirito della Ninfea avrebbe seguito l’Ordine per tutta la convocazione, inneggiando al Superno ad ogni vittoria. Guerka giurò di tornare appena alla fine di quella convocazione, qualsiasi fosse stato l’esito della sua caccia.

Eppure sullo sfondo v’era l’ombra ossessiva di quella struttura di cui i Convocati avevano sentito parlare solo per bocca delle Streghe di Morva: il Labirinto del Dormiente. I sentimenti dei convocati erano dominati da rancore e rabbia a causa  dell’inganno subito e della loro ingenuità nei confronti di Morfeo facessero, nonostante questo questo gli eroi, sfida dopo sfida, riuscirono a completare anche questa Agone. L’ingresso al Labirinto si rivelò molto più arduo e complesso di quanto descritto, perché a difesa del Dormiente vi era un demone chiamato Gorgone, con il sembiante di una donna, ma i serpenti al posto della folta capigliatura. Chiunque incrociasse il suo sguardo, veniva tramutato in pietra. Molte furono le spedizioni che portarono diversi gruppi di Eroi ad esplorare il labirinto. In una delle sale v’era anche una Sirena alla quale era stata tolta la voce: per accedere alla stanza del Dormiente bisognava sconfiggere la Gorgone, e l’unico modo sarebbe stato addormentarla grazie alla Sirena. Ci volle tutta la notte per distillare la voce della Sirena in una pozione, ma alla fine gli Eroi furono in grado di ridonarla a colei che l’aveva persa. La sirena cantò, e sia la Gorgone che le statue sue alleate, che infestavano il labirinto, si addormentarono. La stanza del Dormiente, tuttavia, era vuota: un giaciglio nobiliare era ancora lì, e il Globo giaceva sulle lenzuola di broccato blu e oro. Coloro che interrogarono gli spiriti e le nature arcane riuscirono a vedere cos’era accaduto. Come in un sogno essi videro un uomo di bell’aspetto e dai tratti gentili che dormiva su quel giaciglio con il il Globo agognato dalle streghe sul petto. Braccia esili e candide, ma forti abbastanza, afferrarono l’uomo, togliendolo dal proprio giaciglio, ma lasciano il Globo dove gli Eroi l’hanno trovato. Al posto del Dormiente, la donna che aveva tolto il suo corpo dal giaciglio, accompagna nel labirinto sia la Gorgone che la Sirena, lasciandole lì e andando via. Il sorriso della donna era inconfondibile per chiunque l’avesse conosciuta: era la Principessa Eilonwy di Prydain, durante la sua corruzione ad opera di Gmork di Fantàsia.

Apprese queste preziose informazioni, gli Eroi riportarono tutto al Concilio di Guerra, che decise nottetempo di interrogare Gmork su alcuni avvenimenti diversi dalle informazioni del Labirinto poiché essi decretarono che aver recuperato il Globo fosse stata la parte più importante di tutta la Convocazione. Un pezzo fondamentale che li avrebbe avvicinati alla sconfitta di Re Cornelius, grande assente, tranne che per la prima sera, di quella convocazione. Gmork accettò di rispondere alle domande a patto che gli Ordini si impegnassero a togliergli il collare forgiato su Nidavellir che gli aveva imposto Re Cornelius. Il collare era fatto di un particolare metallo, un’oro detto Uru. Minerale asgardiano dotato della capacità di assorbire energia e magia. L’unico modo di liberare Gmork da quel giogo, sarebbe stato creare un artefatto Alchemico o alla Forgia, capace di spezzare le catene fatte con CONOSCENZA – FORZA – SOPRAFFAZIONE. Chiunque si sarebbe cimentato per aiutarlo avrebbe dovuto creare un’ascia o tenaglia con la Forgia, infusa dei valori primordiali di PROTEZIONE, VITA e IRA, tutti però abbinati a uno Stygma Oxidis Minor, oppure, con stessi valori e stygma, una pozione/acido che avrebbe sciolto il collare. Durante l’interrogatorio di Gmork, i mistici di Amaranto Ninfea e Mirto crearono una porzione di terra benedetta, dove lo spazio e il tempo non sarebbero esistiti e dove Gmork era assolutamente se stesso, senza essere preda del Caos e della Corruzione. Le domande fatte non portarono alla conclusione voluta da Azrael, tanto che questo scatenò la sua Ira sui tre che avevano fallito la missione. Nimue del Mirto, Etain della Ninfea e Jayce dell’Amaranto furono maledetti dal Varelsen a non sentire felicità e gioia. Tuttavia Jayce, aiutato dai suoi confratelli di Ordine, riuscì ad ingannare Gmork, che bevuta una pozione di dominazione, svelò la risposta alla domanda del Varelsen: Gmork non è più asservito al potere del Nulla di Fantàsia. Questo fece annullare la sua maledizione, che invece perdura ancora su Nimue ed Etain. L’Ordine dell’Amaranto adempì alla promessa, liberando Gmork dalle catene di Nidavellir. Il Lupo di Fantàsia però, conoscendo bene l’incanto dell’inganno di Morfeo, diede ai Convocati un ultimo aiuto: quello cioè di indicare loro i luoghi dei ricordi delle coordinate per staccare Eilean da Oneiros, cosa che comunque non si sarebbe potuta compiere in quella Convocazione poiché mancavano due elementi fondamentali. Per completare il rituale inverso, servivano sia i Cardini che la Triade dell’Ordine, assente a causa di Guerka che intanto era stata rapita da Morfeo e soggiogata in una cella del suo Regno. Dopo il ritrovamento delle coordinate, Erwin, Azrael e Gmork, decisero di restare su Oneiran (nome della fusione dei due mondi) per cercare Guerka e salvarla, giurando che, se avessero avuto problemi, avrebbero usato il potere dell’Obelisco per indire una nuova Convocazione. Cosa che poi avvenne…

I convocati lasciarono Oneiran con questa classifica dopo l’ultima Retribuzione:
Amaranto 18 archeios
Mirto 17 archeios
Ninfea 11 archeios

Fu nell’incertezza di un futuro nebuloso, che senza avere notizie o altro, gli Eroi dei Mondi sfiorati da I Rami di Yggdrasil furono nuovamente convocati per un’ennesima Agone.

Editing by Vincenzo Romano

Anno II del Quarto Ciclo – V Convocazione: La nuova Àgone

Eilean ha accolto ancora una volta i Convocati degli Ordini Primevi, offrendo  loro uno scenario nuovo, probabilmente dovuto ai mutamenti di Yggdrasil il quale cambia ed evolve in base a ciò che succede su Eilean stessa. Sebbene il Caos fosse in agguato, mortificando e mettendo a rischio i membri degli Ordini, non è stato l’unico pericolo per i Convocati. Durante la prima convocazione del II anno del IV ciclo, la Principessa Eilonwy fu catturata da Gmork di Fantasia, rapita e condotta dietro le fila del Caos. Il Bacio del Lupo, fu così potente che assoggettò la ragazza al volere di Re Cornelius, cosa che egli bramava da tempo. Un segno inequivocabile della sua vendetta contro Taron e la vicenda che lo vide protagonista durante la scoperta della Pentola Magica su Prydain. Eilonwy apparve quindi ai convocati in catene, le stesse catene che ancora avvolgono il collo di Gmork e che nuovamente non era presente a questa convocazione. Stanca, debole e chiaramente sofferente Eilonwy sembrava lottare interiormente a metà tra la sua Luce e l’Ombra che invece la stava ferendo e, man mano che l’ombra avanzava a coprirele cime di Eilean, ella sembrava sempre più affaticata. Due membri dell’Ordine dell’Amaranto: Gorlash del clan Denti Di Ferro del Faerun e Lady Kailyn di Land of Ancient, furono catturati e portati al cospetto di Re Cornelius il quale con arti subdole e torture senza fine, riuscì finalmente a scoprire cosa era successo su Prydain durante la prima Proclamazione del IV ciclo.

Richiamato infine da desideri e sogni, Morfeo, Dio del Sonno, colui che regge sogni e incubi e Signore di Onéiros, venne a calcare il suolo di Eilean accompagnato da tre dei suoi incubi più fedeli. Camminando tra i convocati, Morfeo apprese molto di loro e dei loro sogni e incubi e dai sentimenti che questi scaturiscono, emozioni di cui egli si nutre per perpetuare la sua potenza nel suo mondo.

Quello, invero, non era l’unico motivo della venuta del Dio del Sonno su Eilean: nel suo mondo, a causa di un Globo custodito in un Labirinto, stava succedendo qualcosa di strano, qualcosa che lui stesso non riusciva a contenere e, visto che il sogno o l’incubo di un singolo mortale è molto più potente di qualunque azione del Dio del Sonno, Morfeo individuò tra i presenti il Benedetto, ovvero colui che grazie alla sua benedizione e alle coordinate astrali per giungere su Onéiros avrebbe aperto un ponte tra i due mondi tale da essere percorso da chi avrebbe accettato di aiutarlo.

Alla prima nebulosa dopo la cintura di Orione, celate alla vista di Sirio. Al volgere del mattino sorge l’Abisso: il mio trono si erge alla sue spalle.”

Queste furono le coordinate date all’Ordine del Mirto, mentre il Benedetto fu Quadrifoglio proveniente da Mondo Disco. Avendo le condizioni ideali per andare su Onèiros, una parte del patto con le Streghe di Morva era già stato adempiuto: non rimaneva che avventurarsi su Onèiros e trovare il Labirinto del Dormiente.

Fatto ciò, l’Ordine del Mirto aveva dichiarato l’intenzione di liberare Eilonwy dal giogo del Caos, ma farlo era  più difficile di quanto apparisse. Non sono mancati i tentativi, nè le battaglie ingaggiate per riuscire a strapparla dalle braccia di Re Cornelius, tutti finiti nella stessa maniera. Le catene d’oro di Eilonwy la tenevano stretta al Caos. Quando però il tramonto non venne, capitò qualcosa. L’ultimo guizzo della luce del giorno, diede a Eilonwy la libertà di muoversi su Eilean come aveva sempre fatto. La parte non corrotta della sua anima non corrotta aveva schiacciato l’oscurità dentro di lei. Eilonwy si mosse verso gli accampamenti, rivelando agli ordini i piani del Caos, e cosa sapeva circa le catene. I Convocati di Eilean  si unirono in una sola voce, e un rituale di immenso potere venne fatto alla Forgia delle Anime, volto a rompere il maglio (?) che soggiogava la Principessa di Prydain, memoria vivente della volontà di Alisea Biancalancia.Tra canti e parole invocate per ogni Ordine comparve la Sfera del Mirto, presa tra le mani di un sofferente Erwin che, a causa del Caos di Eilonwy, divenne riflesso di sofferenza. Tra le mani di Re Cornelius però apparve la Pentola Magica, e quando l’ultimo colpo fu scagliato sulle catene, rompendole, il Superno del Caos ebbe ciò che desiderava da tempo. 
Fu così che la Pentola Magica, attraverso il potere di Re Cornelius, cominciò a vomitare il suo potere malefico, e orde di non morti sciamarono su Eilean, mentre Eilonwy, ormai libera dalle catene di Nidavellir, le stesse che ancora oggi tengono soggiogato Gmork, poteva aiutare gli Ordini contro quella rinnovata minaccia. Ma com’era stato possibile tutto questo? Le leggi di Yggdrasil si fondano sull’Equilibrio: Re Cornelius aveva studiato tutto nei minimi dettagli fornendo alle leggi dell’Equilibrio ciò che serviva per dare adito ai due potenti Artefatti, Sfera del Mirto e Pentola Magica, di presenziare su Eilean. E per quelle stesse leggi, un’azione di grande malvagità e una di estrema bontà avevano richiamato i due oggetti e ognuno avrebbe dovuto confluire dove la bilancia era a loro favorevole. Nessun membro del Caos avrebbe quindi potuto più sfiorare la Sfera del Mirto, ma nessun membro degli Ordini avrebbe neanche più potuto toccare la Pentola Magica.

L’unica speranza per gli Eroi dei mondi sfiorati dai Rami di Yggdrasil, è riposta nel gruppo di avventurieri che riuscirà a recuperare il Globo del Dormiente di Onéiros, l’unico oggetto per il quale le Streghe di Morva sono disposte a dare il vero nome di Re Cornelius, con il quale la sua memoria sarà cancellata per sempre. 

Anno II del Quarto Ciclo – IV Convocazione: L’Anno dell’Amaranto


I valori del Superno dell’Amaranto, incoronato Varelsen, si sono propagati per tutto il multiverso, raggiungendo di fatto i mondi sfiorati dai Rami di Yggdrasil.

Lo strano e funesto evento avvenuto durante l’inizio dell’Agone nel I anno del IV ciclo, ovvero la convocazione di Re Cornelius da parte di Theodora la Strega dell’Ovest del mondo di Oz, ha in qualche modo influito sul propagarsi di Menzogna, Entropia, Superbia, Sopraffazione e Tirannia, i Valori scelti dai Convocati durante la prima Convocazione del IV ciclo, che permeano il Varelsen.

La blasfema invocazione e convocazione di Re Cornelius di Prydain, ha ispessito la barriera arcana che consente a Eilean di mantenere il proprio equilibrio. L’esplosione dei valori incarnati da Azrael e propagatisi in tutto il Multiverso ha lasciato nel suo nucleo (Eilean appunto), una nube di polvere pregna di essenze malevole (quelle del Superno) che ancora fatica a depositarsi. In attesa che lo smaltimento sia compiuto, il meccanismo di difesa dell’Obelisco ha ritenuto opportuno agevolare la Convocazione e semplificare il processo di eliminazione incarnando i valori in 5 avatar richiamati dalle più basse dimensioni infernali che gli eroi possano distruggere direttamente: Haborym (entropia), Berith (menzogna), Marduk (tirannia), Rahab (superbia),  Malphas (sopraffazione) sono i cinque demoni del Concilio Demoniaco.

Appena giunto su Eilean, Haborym ha stretto un accordo con Cornelius: approfittando delle regole dell’Agòne il superno del Caos ha chiesto all’Obelisco una nuova disfida, i cui termini ha affidato al demone dell’Entropia. Quest’ultimo ha decretato che i Superni subissero uno scambio di corpi al loro arrivo e che agli eroi spettasse il compito di riportarli alla forma originale braccando proprio lui, la fonte stessa dell’Entropia. I tre capi degli Ordini si sono quindi ritrovati in avatar differenti dai propri.
Erwelius (ovvero lo spirito di Erwin nel corpo di Re Cornelius) è stato il primo a risvegliarsi nei pressi dell’Obelisco. Non appena compreso quanto stesse accadendo, tuttavia, è stato attaccato da Cornwin (lo spirito di Re Cornelius nel corpo di Erwin), supportato da altri demoni ivi presenti, ed è riuscito soltanto ad ammantare la propria asta con un’aura di verità e a infiggerla nel terreno prima di essere spinto in una fenditura del Caos. Di norma l’attraversamento di un portale da parte di un superno genererebbe calamità incomparabili, ma il corpo di Cornelius ha agito come uno scudo e ha ridotto al minimo il contatto tra gli spiriti del Mirto e di Erwin e l’essenza pura del Caos.

Gli Ordini quindi si sono ritrovati a sgarbugliare questo infausto avvenimento, non capendo inizialmente che Re Cornelius aveva preso il corpo di Erwin. Scoperto l’inganno, hanno mosso i loro passi all’interno della fenditura del Caos ritrovando un accanito Gmork che li attendeva, insieme ad infime creature richiamate da altri Mondi di Yggdrasil, tra cui lo Stregatto del Paese delle Meraviglie.

Ben presto Gmork ha palesato un suo problema ai Convocati: delle catene dorate gli ornavano il collo, catene inflitte e imposte da Re Cornelius in persona. Quindi ha pensato bene di farsi dare aiuto dai Convocati chiedendo loro di sciogliere le catene che lo tengono imprigionato al volere del Superno del Caos che lui serve per dovere ed equilibrio, ma che odia con tutto se stesso. In cambio ha offerto favori vari ai capi dei vari Ordini. Per togliere il collare (fatto con i valori primordiali di CONOSCENZA – FORZA – SOPRAFFAZIONE ) Gmòrk ha bisogno della Forgia delle Anime o del Laboratorio Alchemico: con questi artefatti e con l’aiuto degli Eroi di Eilean, egli può creare un’arma o un unguento capaci di tagliare o sciogliere il metallo del collare, inserendo in queste creazioni i valori primordiali di PROTEZIONE, VITA e IRA tutti però abbinati a uno Stygma Oxidis Minor. Tale oggetto o pozione, sarebbero serviti a lui per liberarsi dal giogo Re Cornelius e agire indisturbato tra le schiere del Caos.

Intanto l’Agone inizia, sotto questi infausti eventi e gli Eroi degli Ordini, chiamati ancora una volta a dare onore e vittoria al proprio Superno, si sfidano in duelli e gare che porterà uno dei Superni ad essere il nuovo Varelsen di Yggdrasil alla fine del II anno del IV ciclo.

Uno ad uno i cinque Demoni però, spinti dalla necessità istintiva di lasciare Eilean, si sono palesati ai Convocati per essere liberati: uno a uno i Demoni sono stati ascoltati e liberati, ma proprio durante l’avvento di Marduk, ovvero Tirannia, qualcosa è accaduto.

La notte prima al cospetto di Yves/Eve, l’Araldo degli Antichi, i convocati hanno saputo cos’è davvero accaduto su Prydain durante la Proclamazione e il Varelsen ha decretato Guerra al Caos affinché le schiere di Re Cornelius potessero essere sconfitte e abbattute. L’editto di Azrael riguardava tutti i membri del Caos, nessuno escluso: anche Gmork ne avrebbe subito gli effetti, nonostante il collare dorato e i patti fatti coi Convocati. Il subdolo ex servo del Nulla però, aveva teso una trappola agli Eroi dell’Ordine del Mirto, costringendoli a un elevato dubbio morale: salvare il loro amico e leale guerriero, o lasciarlo al Caos rispettando così la legge del Varelsen? In prima istanza si decretò per la seconda opzione, non volendo opporsi alla voce di Azrael, ma Eilonwy, principessa di Prydain e convocata dall’Obelisco come emissario del Mirto in assenza provvisoria del Superno Erwin, in segretezza tenta di parlare con Gmork, suo antico e acerrimo nemico. In tutta risposta Gmork la rapisce, portandola come ostaggio davanti agli uomini del Mirto che intanto avevano ottenuto la scarcerazione del loro amico e leale guerriero, sir Archaon di Land of Ancient. Dinanzi a quella scena e all’impossibilità di liberare Eilonwy, gli Ordini si accaniscono contro il Caos. Gmork lancia però un monito dicendo al Mirto che solo se lo avessero aiutato a liberarsi dalla sua catena, avrebbe ridato all’Ordine la loro principessa.

Gli atteggiamenti dell’Ordine del Mirto quindi, sono stati confessati dinanzi al Varelsen e Tirannia che ascoltava con sommo interesse i fatti avvenuti e quando Azrael chiese per l’ultima volta la lealtà per Yggdrasil e per il Multiverso, tutti scelsero di seguirlo.

Le ultime parole che Eilonwy pronunciò guardando i Convocati del Mirto furono di speranza e amore: l’estrema fiducia che in un modo o nell’altro avrebbero trovato una via che avrebbe condotto alla Luce. Eilonwy scompare nella nebbia del Caos tra le braccia di Gmork di Fantàsia, che ha ancora le catene al collo.

Nonostante la grave perdita e il destino incerto, il Mirto consegue la vittoria della prima Convocazione del II anno del IV ciclo di Eilean con 5 Archèios, segue l’Amaranto con 3 Archèios, in coda la Ninfea con 2 Archèios. Re Cornelius, come Superno dell’Ordine del Caos che non ha conquistato nessun Archèios, è ancora Superno Ultimo.

Alla luce di questi infausti avvenimenti sta per aprirsi la Nuova Agone.

Scritto da Marica Russo
Edit by: Vincenzo Romano

Anno I del Quarto Ciclo – III Convocazione: La Proclamazione

Gli Ordini hanno conosciuto i loro Superni:

Azrael della progenie di Belial dagli Inferi per l’Ordine dell’Amaranto.

Guerka Ronso da Spira per l’Ordine della Ninfea.

Erwin Degenhard dal Vecchio Mondo per l’Ordine del Mirto.

Dopo i fatti della prima Àgone del 4° ciclo, gli Ordini si sono così disposti nella classifica valida per la corsa al titolo di Varelsen: Amaranto 7 Archèios totali, Ninfea 6 Archèios totali, Mirto 5 Archèios totali.

Erwin Degenhard è giunto alla Proclamazione come Superno Ultimo. Questo è quanto è scritto sul Tomo dell’Eterno Divenire:

  Il Superno Ultimo

L’Ultimo quindi rischia di essere corrotto, e via via che concluderà convocazioni con il minor potere tra i Superni, rischierà di essere corrotto sempre più profondamente e senza rimedio. Eliminare la corruzione da un Superno è possibile, ma non è affatto semplice. La prima cosa da comprendere è l’effettiva avvenuta corruzione e, in tal caso, quale frazione spirituale del Superno sia stata toccata dal Caos. Successivamente è necessario affrontare la corruzione che alberga nel Superno Ultimo nel modo più adatto. Il da farsi varia da caso a caso, e solo i convocati dell’Ordine Ultimo potranno comprenderlo e riuscire nella purificazione.

 Si ipotizza che questo meccanismo sussista per rimuovere da Yggdrasil le energie propagate dai Superni che incarnano le combinazioni di Valori meno efficaci e potenti. Se un Superno Ultimo dovesse venire corrotto oltre ogni possibilità di purificazione, questo perderà il suo status di Superno dell’Ordine che lo ha originariamente evocato, e diventerà un elemento del Caos di rango proporzionale al suo potere, ma mai inferiore a quello di Generale

Nel corso di questa Convocazione i prescelti di Eilean si sono ritrovati in un luogo che hanno subito percepito come il cuore di Yggdrasil, pur senza riconoscerne sentieri, alberi e colline. È probabile che anche questo mutamento sia scaturito dal rituale officiato da Theodora, la Strega dell’Ovest.

Nuovi e vecchi eroi si sono scrutati con diffidenza e fronteggiati con coraggio, sebbene al chiarore del mattino ad accoglierli non vi fossero i Superni ma coloro che vengono chiamati “Emissari”. Per il Mirto Giovanni Sforza da Mallus, per la Ninfea Licaone da Asgard, per l’Amaranto Rev da Lordran.

A causa dell’azione del Caos, le tre incarnazioni degli Spiriti degli Ordini sono state assenti fino al tramonto, quando hanno avuto la possibilità di rigenerarsi in seguito alle azioni di Cornelius e di chi l’aveva preceduto: infatti, durante le prime ore dell’ultima Convocazione dell’anno Universale, il Caos, officiando un rito al cospetto degli Antichi che tutto vedono e dell’Obelisco, ha costituito il quarto ordine di Eilean, ponendo a condizione della propria ridefinizione la rinuncia alla partecipazione all’Àgone e quindi al titolo di Varelsen per il proprio Superno. Lo sgomento degli astanti è stato immediatamente dissipato da Yves/Eve che ha illustrato con la consueta chiarezza come un simile sconvolgimento altro non fosse che il frutto delle azioni di Gmork prima e di Theodora poi, le quali, anche a seguito di atti lesivi dell’equilibrio tra le forze degli Ordini, avessero avuto come naturale conseguenza su Eilean la creazione di un quarto ordine il quale, per quanto paradossale, abbia avuto la funzione di colmare lo scompenso.  Neanche ciò, tuttavia, è stato sufficiente a placare l’ardore dei condottieri, che una dopo l’altra hanno affrontato le nuove sfide decretate dell’Obelisco.  

Presto tra le mani dei convocati sono comparse delle sfere rosse custodite in veli tessuti dalle zampe di ragni: ognuna di esse conteneva un ricordo sbiadito di uno dei Superni e ciascuno per essere sbloccato esigeva un’azione specifica, capace di liberarne l’essenza magica. Uno ad uno i ricordi sono stati rivelati ed i convocati hanno acquisito e vissuto in prima persona stralci del passato di Eilean. Così hanno compreso l’importanza della Sfera del Mirto, artefatto creato da Alisea Biancalancia e appreso informazioni essenziali riguardanti la Pentola Magica, Gmork di Fantàsia, Re Cornelius, Tharon ed Eilonwy di Prydain ed infine di un nuovo personaggio, mai visto prima, con in mano una nuova sfera, più piccola di quella di Alisea ed Eilonwy.   

Sebbene mai visto, costui emanava un forte fascino e sembrava dotato di un enorme carisma. In quasi tutti i ricordi, apparvero tre misteriose megere dal volto coperto. Inoltre i Convocati riuscirono a scorgere l’affascinante uomo con Gmork in uno dei ricordi, mentre questi gli porge la sua sfera, e da qui egli cade addormentato in un grande e maestoso labirinto. Essi hanno anche scorto un luogo da raggiungere all’interno del Multiverso, una palude dove tre megere dimoravano indisturbate.  Fu dunque chiaro che Eilean stesse dando un messaggio agli Eroi: tre donne. Morva. Prydain.  Così gli audaci che scelsero di viaggiare verso quel regno lontano incontrarono le tre streghe; Berta, Delia e Mirna dissero loro che Eilean e così anche Yggdrasil avevano una speranza contro Re Cornelius: sconfiggerlo pronunciando il suo nome.

Una facile impresa, se non fosse stato che le tre streghe di Morva non avrebbero rilasciato l’informazione con semplicità. Dopo che i viaggiatori ebbero appurato la veridicità delle loro parole, chiesero cosa costoro avessero voluto in cambio del nome di Cornelius. Fu subito chiaro il loro intento di recuperare la sfera custodita dall’uomo addormentato nel labirinto. Come prendere la Sfera del Dormiente? Chi avrebbe partecipato alla spedizione? Quali pericoli avrebbe nascosto quel luogo? Ma soprattutto, dov’era?

Le streghe furono chiare sul fatto che il labirinto si trovasse nel Regno di Onèiros, ovvero un mondo a metà tra il Sogno e la Realtà, una dimensione accessibile solamente attraverso il sonno e che poteva nascondere insidie assai oscure visto che nonostante viaggiasse solo lo spirito, morire o restare intrappolati nel labirinto restava una possibilità. Riluttanti e non senza remore gli Eroi di Eilean accettarono tutti il patto: fu il Capitano Blake dell’Ordine dell’Amaranto a pronunciare il giuramento. Le parole furono queste: “In cambio del nome di Re Cornelius di Prydain, noi porteremo alle tre streghe di Morva la Sfera custodita dal Dormiente del Labirinto di Onèiros”. Eppure, questo non fu l’unico patto. Fosco Artemisio delle Rose dell’Ordine del Mirto e Callisto dell’Ordine della Ninfea compirono altri due patti con le Streghe. Il primo promise loro la Pentola Magica in cambio della Spada Fiammeggiante di Arawn, Signore della Morte, la seconda il ciondolo posseduto inizialmente da Gmork, poi da Theodora e poi da Cornelius, in cambio di oppiacei e alcolici.

I patti furono stretti col sangue e in quel patto una chiara e pressante sensazione oppresse i Viaggiatori di Eilean: non ottemperare alla parola data o essere negligenti non sarebbe stato giusto. Era quasi come una sensazione di dovere, una responsabilità. Stava a loro scegliere, e la scelta fu compiuta. Tornati su Eilean, forse con l’animo appesantito, li aspettava comunque l’Àgone e le ultime contese che avrebbero proclamato il nuovo Varelsen. A fine giornata e al netto di tutto ciò che era accaduto dinanzi all’Obelisco e al cospetto di Yves/Eve, Azrael della progenie di Belial dagli Inferi, Superno dell’Ordine dell’Amaranto, ricevette la corona di Varelsen, Principe dell’Universo.

Al secondo posto invece giunge l’Ordine del Mirto, al terzo l’Ordine della Ninfea e al quarto l’Ordine del Caos dando a Cornelius di fatto il titolo di Superno Ultimo. Ed è sotto l’influenza dei valori primordiali che permeano l’essenza di Azrael che si apre il nuovo anno del IV ciclo di Eilean, il II anno, l’Anno dell’Amaranto.

Scritto da:
Marica Russo

Editing by:
Alessandro Sisto
Andrea Razzino

Anno I del Quarto Ciclo – II Convocazione: L’inizio dell’Àgone

I nomi degli Eroi convocati dall’Obelisco, si propagano come note tra i Rami di Yggdrasil, raggiungendo i loro mondi di appartenenza, richiamandoli ai propri Ordini.

Sia nuovi che già navigati esploratori ora calcano il suolo benedetto di Eilean, ascoltando le parole di coloro che hanno chiamato a guidarli.

Azrael della progenie di Belial dagli Inferi per l’Ordine dell’Amaranto.

Guerka Ronso da Spira per l’Ordine della Ninfea.

Erwin Degenhard da Vecchio Mondo per l’Ordine del Mirto.

Ciascuno, presa coscienza di ciò che accadeva a causa della stilla dei ricordi dei Superni impressa in ognuno di loro e, fatta conoscenza con i propri convocati, cominciarono a illustrare cosa volesse significare l’Àgone!

In breve tutti seppero che l’Àgone è la battaglia tesa a dare equilibrio a tutti i sistemi e i valori di Yggdrasil. Tramite questa battaglia si stabilisce chi ha la supremazia a seconda del banale concetto della vittoria o della sconfitta. Nell’Àgone vi sono sfide, o meglio contese alla fine delle quali i vincitori ricevono un Archèios, ovvero veri e propri concentrati di una potente energia magica, capace di potenziare e alimentare la forza del proprio Superno e permettergli di concorrere ad ambire al titolo più importante di tutti. Il Superno che avrà acquisito maggiore potere entro la fine dell’Anno Universale (unità di misura con il quale si scandisce il susseguirsi delle convocazioni su Èilean) diventa Varelsen, ovvero il Principe di Èilean e potrà quindi propagare sui Rami di Yggdrasil e in tutto il Multiverso, i Valori Primordiali del quale è composto. Per questo l’Àgone è importante per gli Ordini, perchè il vincitore manipola il destino di tutti.

Tuttavia non v’è mai solo l’Àgone: il Caos come parte equilibrante delle leggi di Eilean, anche questa volta si muoveva intessendo le sue trame oscure. Gmork di Fantàsia era assente, probabilmente grazie al fatto che durante la prima convocazione alcuni coraggiosi dell’Ordine del Mirto, avevano sapientemente tolto dal suo collo il ciondolo del Generale del Caos. Qualcun altro però sembrava aver preso il suo posto: dal lontano Regno di Oz, Theodora, la perfida Strega dell’Ovest, tirava i fili dei convocati del Caos istruendoli verso un rito blasfemo e contro ogni regolamento delle leggi di Eilean stessa.

Una strana cantilena giunse alle orecchie dei Superni mentre ancora parlavano ai propri convocati, una cantilena che non solo doleva le orecchie per il suo essere stridula e blasfema, ma andava a ferire le carni stesse di Azrael, Guerka ed Erwin.

“Loderemo te, Signore Oscuro, che sorgi da acque nere.
Ed Eilean tremerà, cederà la barriera,
perchè le mie parole la piegheranno al tuo volere.
Il Caos invoca l’antico potere
La barriera crolla, ondeggia, vacilla
la nostra voce lo strilla
Il nome di colui che deve venire
il Caos assolda chi intende provenire
Dal lontano Mondo di Prydain
senza remore ne galatei
Egli giungerà con gli occhi della morte
e il Caos raggiungerà la sua sorte
I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso
un sorriso storto.
Vacilla barriera, crolla atmosfera
Il Caos invoca l’antico potere
Le mie parole lo piegheranno al suo Volere!”

Sembrava provenire da lontano, eppure da molto vicino. Un coro distorto e stonato di voci di uomini e donne che invocavano qualcosa… qualcuno. La barriera che protegge Eilean dall’arrivo di spiriti e convocati troppo potenti che andrebbero a incrinare l’equilibrio delle forze che la rendono così neutra ed equa, ebbe un sussulto. Gli Ordini si unirono quindi in uno solo contro il Caos e li suo primo tentativo di commettere un grave reato alle leggi di Yggdrasil. Eppure, troppo a lungo Theodora e la sua Mordsith, erano riuscite a cantilenare con l’aiuto degli altri scagnozzi, la blasfema richiesta. Per gli Eroi degli Ordini fu facile abbatterli, ma ormai il processo era avvenuto. L’Àgone tuttavia andava avanti, tra sfide, contese e battaglie. Coloro che erano più interessati a poter vincere gli Archèios erano i convocati dell’Ordine della Ninfea poiché Guerka Ronso, era sopraggiunta già come Superno Ultimo. Durante la prima giornata e la prima Retribuzione, la Ninfea s’era conquistata tre Archèios, l’Ordine dell’Amaranto due e l’Ordine del Mirto uno. Ma quando giunse il crepuscolo, ad Ovest della piana di Eilean, Theodora cominciò di nuovo a cantilenare con i membri del Caos, il blasfemo richiamo. Questa volta gli Eroi furono molto più celeri e non le permisero di farlo liberamente. Arcamundi dell’Ordine della Ninfea, viaggiatore dei Mondi del Multiverso, avendo conosciuto grazie alle sue esplorazioni il Regno di Oz e il suo funzionamento, tentò di distruggere Theodora con l’unica arma letale che poteva fermarla: l’acqua. Sembra che nelle vene vene della Strega non ci fosse sangue, ma una sostanza che con l’acqua reagisce tramutandola in melma, cosa che su Eilean non ebbe effetto a causa delle leggi stesse di questa terra benedetta sulla quale arrivano i riflessi dei convocati, avatar, non il loro vero corpo.

Intanto l’Obelisco, investito dal potere del Medaglione di Yves/Eve e guidato dalla mano degli Antichi, inviava agli Eroi un messaggio importante: da Mondo Disco avrebbero avuto un ingente aiuto, se e solo se l’indomani i designati alla partenza avrebbero intrapreso il viaggio verso questo sconosciuto Mondo.

Il Caos non provò più a intonare il blasfemo canto per quella sera, probabilmente per due motivi precisi: il primo fu che l’Ordine della Ninfea riuscì a sottrarre a Theodora il ciondolo dei Generali del Caos e secondo, la Strega non aveva più potere, tanto che cominciò a fare prigionieri minacciando di ucciderli sui rispettivi mondi se gli Eroi non le avessero fornito un Archèios. La perseveranza e l’astuzia dei convocati degli Ordini fu maggiore dell’ingenuità della Strega che, presa dalla superbia di sé stessa non osava immaginare il giogo in cui la stavano stringendo e, più si arrivava allo scadere della seconda convocazione, più il suo potere si affievoliva. Ella sapeva, ma sembrava che le conseguenze di ciò che stava succedendo, non le importassero. Aveva un solo obiettivo: convocare Re Cornelius di Prydain e l’avrebbe portato a termine.

Prima della fine del primo giorno, gli Eroi degli Ordini riuscirono a forgiare le armi dei propri Superni: qualcosa di embrionale a dire il vero e, come il mutamento di ogni cosa, tutti sapevano che anche le armi di Guerka, Azrael e Erwin non sarebbero rimaste le stesse a lungo, nonostante la magica potenza di ciascuna.

La luce dell’alba, sorprese i campi e gli Ordini in una dorata aurea e quando tutti furono svegli e pronti, i Superni si attivarono affinché ciascuno fosse in grado di muoversi con sagacia e conoscenza. Forgia delle Anime e Laboratorio Alchemico furono presi d’assalto: dalle due magiche fucine cominciarono a venir fuori oggetti e pozioni utili per l’Àgone, qualcosa che arricchì in maniera esponenziale chiunque le utilizzasse. In tutto questo la spedizione su Mondo Disco partì facendo ritorno con un personaggio assai bizzarro: un certo Scuotivento che, dopo aver ricevuto aiuto dagli Eroi nel suo mondo, donò agli Ordini una pozione contro la corruzione del Caos.

Le battaglie per gli Archèios non si fermarono, risultando comunque imponenti e presenti per il corretto svolgersi dell’Àgone. Uno dopo l’altro gli Archèios furono assegnati ai più meritevoli e sembrava chiara già dalla prima ora del meriggio , chi stesse giungendo alla vittoria di quella convocazione.

Un paladino di Dardania antagonista di Azrael, Superno dell’Amaranto, giunse su Eilean a cercare giustizia. La sua motivazione risiedeva in una grave accusa ai danni di Azrael stesso: sembrava che i luogotenenti del Superno dell’Amaranto, avevano commesso genocidio in una delle città di quel mondo, ovvero la città dalla quale proveniva il prode Paladino. I convocati intuirono la malvagità del Superno dell’Amaranto, scopertosi essere un Angelo caduto, e si unirono per cercare di sopprimerlo: ma le leggi di Eilean sono chiare. Azrael non era Superno Ultimo e non lo sarebbe stato. Dopo vari tentativi da parte di Anaclerio e Arcamundi della Ninfea e Sir Robert del Mirto, coadiuvati dai propri alleati, Azrael scoppiò in un ira feroce che devastò molti di coloro che avevano osato sfidarlo, senza però riuscire nell’intento.  

Tutto sembrò acquietarsi, ma giunse ancora Theodora, questa volta da sola: stanca e provata pronunciò per l’ultima volta la blasfema cantilena e allora la barriera di Eilean vacillò, squarciandosi in più punti, senza tuttavia cedere. Tutti sentirono chiaramente giungere un potere antico e maledetto che fece tremare la terra. Disagio, confusione, paura i sentimenti che attanagliarono gli Eroi convocati dai Rami di Yggdrasil che a causa di troppi sforzi e troppe responsabilità, avevano dovuto compiere una scelta tralasciando ciò che il Caos stava tramando.

Theodora fu annientata, distrutta, bandita e mai più potrà calcare il suolo di Eilean. Coloro che la sentivano ridere e sghignazzare, giurano di aver sentito un urlo d’angoscia nel momento ultimo della sua dipartita, eppure quel ghigno resterà nelle orecchie dei convocati ancora per molto tempo.

L’Ordine della Ninfea però, era riuscito a preservare Guerka Ronso che tornava ad essere un Superno incorruttibile, Azrael e l’Amaranto si piazzarono secondi per la corsa verso il titolo di Varelsen, mentre l’Ordine del Mirto dovrà lottare affinché Erwin da ormai Superno Ultimo non venga bandito dalla battaglia per i Rami di Yggdrasil.

Anno I del Quarto Ciclo – La Prima Convocazione

Il richiamo dell’Obelisco ha risuonato nel Multiverso, attivato dal Mistico Medaglione dell’Araldo degli Antichi. Il Ponte tra i Mondi è stato ripristinato ed Eilean attende gli Eroi convocati per ricominciare un nuovo Ciclo nel segno dei Valori Primevi degli Ordini

Ogni Mondo ha il suo anno, noi scriviamo il primo dopo il terzo Ciclo.
Gli Eroi aprono gli occhi e non sono più nelle loro terre, al sicuro tra le genti che conoscono.
Ad attenderli su Eilean, non trovano alcun Superno: ad accoglierli al loro risveglio è solo molta confusione.
Un grido rompe il silenzio. I Convocati assistono a una scena incomprensibile: uomini e strane creature trascinano via una fanciulla in lacrime che urla un nome: Gwydion. Dall’altro lato della piana, un essere mezzo uomo e mezzo lupo impartisce ordini; alcuni degli Eroi vincono lo smarrimento e offrono aiuto alla ragazza, portandola via, mentre i rapitori decidono di affrontarli.

La battaglia termina: gli Eroi non sono riusciti a impedire il rapimento. Giunge al loro cospetto Gwydion, figlio di Don proveniente da Prydain, che ringrazia gli Eroi che sono intervenuti e svela loro che la ragazza è la principessa Eilonwy di Prydain.
Le forze del Caos, guidate da Gmork di Fantàsia in persona, hanno agito in massa per prendere gli Eroi alla sprovvista e privare l’Ordine del Mirto di una potente e preziosa risorsa: ma perché?

Gwydion suggerisce agli Eroi di cercare il Tomo dell’Eterno Divenire e invocare Yves/Eve, l’Araldo degli Antichi; intanto, egli farà ritorno su Prydain per cercare aiuto.

Gwydion ed Eilonwy erano già stati su Eilean prima della chiusura del Ponte tra i Mondi, e potevano essere fonte di informazioni preziose per i Convocati.

Gli Eroi partono alla ricerca del Tomo, trovandolo al centro di una radura su una collina. Portato il Tomo dinanzi all’Obelisco, essi convocano l’Araldo degli Antichi che compare offrendo loro l’occasione di farsi porre domande e di dare spiegazioni: cosa è Eilean? Perché si trovano lì? Cosa sono gli Ordini e il Caos? E soprattutto: come fare per tornare a casa?

La legge principe che vige su Eilean è il Libero Arbitrio. Esso, come ogni cosa su Eilean, va conquistato stabilendo un equilibrio tra forze che facciano riecheggiare i Valori Primordiali degli Ordini in tutto il Multiverso.

Il Tomo dell’Eterno Divenire viene custodito dall’Ordine del Mirto per tutta la durata della prima Convocazione del quarto Ciclo.

Gli Eroi, seguendo le proprie inclinazioni, si raccolgono davanti ai tre accampamenti e concedono agli Spiriti del Mirto, della Ninfea e dell’Amaranto, di comparire per essere guidati in quella nuova avventura.

La prima disfida chiesta dall’Obelisco ha permesso agli Ordini di attivare il potere degli Stendardi. Stando a quanto riportato nel Tomo, essi hanno il potere di guarire istantaneamente tutte le ferite degli appartenenti all’Ordine che ne richiama la forza; tale potere può essere invocato una volta al giorno. Inoltre, gli Stendardi sono importantissimi per portare avanti l’Àgone, ovvero le sfide che porteranno gli Ordini a guadagnare gli Archèios capaci di dare energia al proprio Superno e al proprio Ordine, in modo da vincere la sfida dell’Anno Universale e dare al proprio Superno il titolo di Varelsen, facendo così echeggiare nel Multiverso i Valori Primordiali del proprio Ordine.

Durante le disfide si sono tutti distinti per coraggio, audacia, forza e tattica militare. Guidati dagli Spiriti degli Ordini, ovvero dagli embrioni di quelli che poi sarebbero stati i Superni, ogni Ordine ha dato il massimo riuscendo a portare a termine la prima missione: il Rito della Convocazione Suprema.

Non sono mancate le battaglie contro il Caos, il quale ha cercato in tutti i modi, secondo la sua natura, di mettere i bastoni tra le ruote durante le contese. Ingannando, truffando, imbrogliando pur di volgere la situazione a proprio vantaggio, Gmork ha ottenuto infine ciò che si era prefisso come obiettivo: la Sfera Magica di Eilonwy.

Ma cosa era accaduto in precedenza? Al termine del terzo Ciclo, prima della chiusura del Ponte tra i Mondi, quando Alisea Biancalancia del Mirto vinse la contesa diventando Varelsen, Eilonwy aveva aiutato la sua Superna a far riecheggiare i Valori del Mirto nel Multiverso più a lungo di quanto avrebbero dovuto riecheggiare. Sacrificò parte di se stessa condensandosi in una Sfera Magica, simile a quella che lei possedeva su Prydain, e, grazie a quell’oggetto, Alisea poté espandere i propri domini. Essendo l’ultima saggia e lungimirante Varelsen, sapeva che se avesse compiuto un’azione così estrema, per le leggi che la dominano, Eilean avrebbe cercato Equilibrio. Dunque pensò di racchiudere nella Sfera tre Valori Primordiali, uno per ciascun Ordine: Armonia, Conservazione e Superbia. Alisea valutò che Eilean, per ritrovare Equilibrio, avrebbe scelto un artefatto che avesse racchiuso in sé Equità: si sbagliava!
Eilean diede al Caos un artefatto di pari potenza: la Pentola Magica.
Quest’oggetto, appartenuto a uno spietato despota del Mondo di Prydain, aveva la capacità di risvegliare, mediante un oscuro rituale, un esercito di non morti. Una simile armata gli avrebbe consentito di dominare con tirannia e malvagità. Alisea seppe subito che il suo intento era solo in parte andato a buon fine, ma sapeva anche che il disegno degli Antichi, secondo il dogma del Mirto, aveva sempre uno scopo imperscrutabile! Lasciò quindi che le cose andassero come dovevano andare… e intanto Gmork di Fantàsia attendeva, approfittando della situazione, instillando il dubbio in tutti coloro con i quali parlava, poiché sua convinzione era che fosse più facile dominare chi non credeva in niente: questo, per lui, il modo più sicuro di conquistare il potere.

Riunire la Sfera Magica pregna del Sacrificio di Eilonwy con Eilonwy stessa, avrebbe significato per Gmork convocare un Superno facile da manovrare; era già stato servo del Nulla e non aveva nessuna intenzione di tornare a essere schiavo di obiettivi non suoi. Così, una volta ritrovata la Sfera, a seguito delle azioni di Armonia, Conservazione e Superbia compiute dagli Ordini, anche la Pentola Magica sarebbe riaffiorata su Eilean: e così è stato.

Gmork ha ottenuto ciò che voleva!

Egli ora sa che deve usare tutta la sua astuzia per conseguire i suoi contorti fini, noti solamente alla sua mente perversa.

Intanto però, anche gli Ordini – tranne quello della Ninfea – sono riusciti a convocare i propri Superni.

L’Ordine dell’Amaranto, sebbene fosse il meno numeroso, ha riportato le vittorie più ardue conquistando ben quattro Archèios, tra cui quello conferito dal dominio sulla Forgia delle Anime al momento del Rito della Retribuzione.

Segue l’Ordine del Mirto che, con sacrificio e onore, ha conquistato quattro Archèios, dei quali però ne è stato speso uno per salvare sei membri corrotti dal Caos.

Infine, l’Ordine della Ninfea che, donando all’Obelisco solo Archèios senza Materie Primordiali, ha indebolito il suo Superno. Questi giungerà su Eilean come Superno Ultimo, ovvero corruttibile dal Caos. Se un Superno Ultimo dovesse venire corrotto oltre ogni possibilità di purificazione, perderà il suo status di Superno dell’Ordine che lo ha originariamente evocato, e diventerà un elemento del Caos di rango proporzionale al suo potere, ma mai inferiore a quello di Generale. Questa è la sfida della Ninfea, che dovrà, nella prossima e imminente Convocazione, purificare il proprio Superno e renderlo immune dal Caos.

Sotto questi primi passi mossi dagli Eroi Convocati su Eilean dai Mondi sfiorati dai Rami di Yggdrasil, si è chiusa la prima Convocazione del quarto Ciclo del Multiverso.

Editing:
Vincenzo Romano, Chiara Todaro

L’inizio

CAMPIONE, ODI IL TUO NOME, RISPONDI ALLA CONVOCAZIONE !

Eilean viene connesso al mondo da cui provieni. Il viaggio ti porterà lontano nel tempo e nello spazio.

Varca la soglia.
Una nuova avventura ha inizio e attende solo
TE
per essere vissuta !

GDR OFF:
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