Anno II del Quarto Ciclo – VII Convocazione: Ascensione

Gli Eroi, riconvocati dall’Obelisco e dai propri Superni, sono tornati su una strana Eilean dove ad attenderli hanno trovato Erwin, Azrael ma anche Guerka. Invero l’ultima Agone era però rimasta inconclusa a causa della permanenza dei Superni su Oneiran.
Tutto come nei piani di Morfeo, che agognava i sogni e gli incubi dei convocati, ma più di tutto agognava quelli dei Superni. Solo così infatti avrebbe potuto acquisire sufficiente energia per attuare la seconda parte del suo piano, ovvero violare le difese dell’obelisco e accedere alla portante dell’Ascensione, una colonna spirituale di potere che collega – in qualche modo misterioso – l’obelisco agli Antichi.

Per fare ciò, sfruttando la potenza dei Superni e di Gmork, che all’insaputa dei Convocati aveva rinchiuso in gabbie oniriche fatte di incubi che si alimentavano dandogli energia, aveva violato l’Obelisco operando affinché perpetuasse un’eterna Agone, il cui finale portava sempre alla stessa conclusione ovvero alla vittoria dell’unico Varelsen che Eilean aveva conosciuto durante il IV ciclo: Azrael. L’eterna Agone, immenso inganno di Morfeo, aveva previsto tre Superni fasulli che erano stati messi, insieme a un falso Yves, come specchietti per le allodole, mentre Morfeo combatteva la sua battaglia personale succhiando energia da Erwin, Guerka, Azrael e Gmork. Ma cos’era accaduto? Poco dopo il ritorno dei convocati nei loro mondi durante la VI convocazione, Morfeo ha mandato contro Gmork, Azrael ed Erwin eserciti di incubi, sciamati da portali siti sul confine tra i due mondi. Mentre questi combattevano, il Dio del Sonno si occupava dell’Obelisco, già indebolito dalla violazione di Re Cornelius, profandandolo. Il dio del sonno  ha convertito un’unità di misura di tempo contenuta nella procedura di Convocazione. Il countdown era passato da 45 giorni a 45 anni. Non potendo inoltre impedire la Convocazione stessa, ha inserito nelle trame arcane della procedura una funzione di benvenuto, ribattezzata “Sequenza Paradosso”, la quale avrebbe catapultato tutti i condottieri che hanno risposto alla Convocazione in una “simulazione” standard ineccepibile. In un secondo momento, però, Erwin, Azrael, Gmork e lo Spirito della Ninfea, che intanto era rimasto al sicuro nell’Obelisco stesso, sono nuovamente riusciti ad accedere alla sua trama arcana e, servendosi del ciondolo che il superno del Mirto aveva sottratto al lupo di Fantàsia, hanno corrotto la sequenza di Morfeo. Ed è stato da quando questa nuova Convocazione ha avuto inizio che una figura ammantata di nero si aggirava tra gli Eroi cercando di comunicare con loro. Egli si rivelò essere, alla fine del giorno, quando aveva acquisito più potere, l’Intercessore, semidio di Spira, convocato e programmato per attivarsi proprio al momento della Convocazione e per svolgere la duplice funzione di distruttore della sequenza e usciere per i Superni e Gmork. La prima ad essere smascherata è stata proprio Guerka, che avrebbe avuto il compito più arduo: quello di spiegare ai Convocati cosa stava succedendo. Gli Eroi della Ninfea, dopo una missione estenuante nell’incubo del proprio Superno, riescono a salvarla. Ella, carica della sua consapevolezza e dell’odio verso le macchinazioni di Morfeo, uccide il falso Yves, rompendo il grande incubo chiamato “Sequenza Paradosso”. Tutto ciò che era stato creato per illudere i Convocati, si sbriciolò e impazzì e alla luce della verità tutti seppero cos’era accaduto e quali erano le mire di Morfeo.

La notte e il giorno successivi trascorsero con la consapevolezza per i Convocati di avere a che fare con i capricci di un Dio e di volerli a tutti i costi scardinare: così, mossi da desiderio di rivalsa, idee innovative e dominio dei sentimenti, riuscirono a salvare Azrael, Erwin e infine anche Gmork di Fantàsia. I Superni, così come Gmork, provati dalla lunga agonia della prigionia durata 45 anni, erano inevitabilmente mutati. Azrael aveva perduto le sue sembianze demoniache, avvicinandosi di più alle sue angeliche origini, Erwin aveva mutato i Valori che lo costituivano da Conoscenza, giustizia, unità, armonia e verità con Conoscenza, giustizia, unità PROTEZIONE E RETTITUDINE. Guerka era riuscita grazie anche allo splendido intervento dei Convocati del suo Ordine a diventare Eone Supremo, quindi guerriera completa. Infine Gmork aveva acquisito la consapevolezza di essere soggetto alla schiavitù, padrone soltanto di manovrare le sue stesse catene. Combattendo però contro le ultime difese della finta Agone messa in piedi da Morfeo, gli Eroi avevano abbattuto schiere di incubi che avevano rilasciato una strana sostanza, la Stilla di Oneiros. Fu Gmork a spiegare ai Convocati cosa fosse: erano i legamenti che tenevano Morfeo al suo Mondo, qualcosa che aveva lasciato per perpetuare il suo obiettivo, ma sarebbero stati gli anelli che avrebbero costituito, una volta forgiata, la catena che avrebbe tenuto per sempre ancorato Morfeo al suo Trono Onirico. E mentre alcuni Eroi aiutavano a decifrare le coordinate ricevute durante la VI convocazione, altri si muovevano verso la forgia delle Anime a forgiare appunto la catena di Morfeo. Una volta fatti gli ultimi passi per avere tutto il necessario per il rituale di incarcerazione di Morfeo, scelti i Cardini (ovvero coloro che avrebbero pronunciato le coordinate e guidato il rituale verso un punto preciso del Multiverso) e i Navigatori (ovvero coloro che avrebbero invocato le coordinate e con la Triade dell’Ordine) lì con loro gli Eroi cominciarono la liturgia che avrebbe richiamato Morfeo e tutti i suoi incubi dal luogo della battaglia per ottenere il titolo di Antico; e così fu. Furente, il Dio si abbattè con tutte le sue schiere sui Convocati che avevano portato a termine il rituale. Durante la battaglia i mondi cominciarono a scollarsi. Nell’attacco finale, capitanato dai tre Superni, Morfeo venne costretto a terra mentre Drina, convocata della Ninfea, Portatrice della Catena, mise il giogo al Dio del Sonno incatenandolo per sempre a Oneiros.

Eilean tornò al suo posto nel cuore dell’Albero dei Mondi, e l’Obelisco tornò a funzionare come aveva sempre fatto, mentre nello sconcerto generale dell’incredulità di cosa avevano vissuto, gli Eroi seppero dai propri Superni che ormai l’Agone era del tutto compromessa, ma non per questo Yggdrasil sarebbe giunta al collasso in quanto i meccanismi che regolano il Multiverso si stavano già mettendo all’opera per dare a Eilean e a Yggdrasil stesso la continuità per la lotta contro il Caos. Con queste certezze, e molte altre domande, gli eroi dei tre Ordini lasciarono Eilean per tornare ai propri mondi, non prima di aver avuto la promessa da parte di Yves, l’Araldo degli Antichi, di poter retribuire gli Archeios guadagnati durante le prime ore dell’ultima battaglia dell’anno Universale, ovvero la Proclamazione del nuovo Varelsen.

editing by Vincenzo Romano